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Leo, il barboncino ucciso a Presicce: “Tanto ero solo un cane”

Presicce-Acquarica, Lecce — Un barboncino è stato ucciso con un colpo di fucile mentre camminava nel suo quartiere. Si chiamava Leo.

Era conosciuto da tutti, un cagnolino mite e affettuoso che amava percorrere le vie del suo rione come faceva ogni giorno. Nessun guinzaglio, nessuna paura: solo la fiducia in un mondo che fino a quel momento lo aveva accolto con affetto.

Ma in un giorno che doveva essere come tanti altri, qualcosa è cambiato per sempre.

Leo è rientrato a casa con una zampa insanguinata. I proprietari hanno pensato a una ferita accidentale, forse un vetro o un piccolo taglio. Lo hanno pulito, rassicurato. Ma poco dopo ha iniziato a vomitare sangue. È corso in clinica, ma non ce l’ha fatta.

La verità è emersa più tardi

Inizialmente si è ipotizzato un attacco da parte di un altro cane.
Ma le telecamere di videosorveglianza hanno raccontato un’altra verità: nessuna aggressione, nessun cane, nessuna fuga.

Solo silenzio. E poi il buio.

L’autopsia ha confermato ciò che nessuno voleva credere:
Leo è stato colpito da un proiettile di piombo alla trachea.
Un colpo preciso, mortale. Sparato con l’intento di uccidere.


Un altro caso di violenza sugli animali

Questa non è una storia isolata. Ogni anno, in Italia, centinaia di animali vengono maltrattati, torturati, uccisi.
E la maggior parte di questi casi finisce nel silenzio. Senza condanne. Senza conseguenze.

La morte di Leo è solo l’ennesima dimostrazione di una verità scomoda: gli animali non sono ancora tutelati come dovrebbero.

Eppure, dietro ogni coda che scodinzola, c’è una vita.
Dietro ogni sguardo che ci cerca, c’è fiducia.

Leo era più di un cane.
Era una presenza, un affetto, una voce muta che chiedeva solo di esistere.


Chi maltratta un cane deve andare in galera

L’Italia ha bisogno di una legge più severa, che punisca davvero chi compie violenza sugli animali.
Non bastano le parole, le indignazioni momentanee, i post sui social. Serve un cambiamento profondo, reale, concreto.

Serve giustizia per Leo, e per tutti gli animali che non hanno potuto raccontare la loro storia.

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